forchettazione di saverio verini
Chi ha fretta non aspetta,
chi è testardo non dà retta,
chi ha fame impugna la forchetta.
C'è poi chi se la prende senza motivazione,
trasforma la forchetta in forcone;
'alla forca! alla forca!' grida unica soluzione.
Simbolo di potere il tridente di Poseidone,
ma non in ogni situazione:
usano le bacchette, per esempio, in Giappone.
Oggetto di design, oggetto bello,
oggetto appuntito da usare col cervello;
ma se potete, per favore, non confondetela col coltello.
La Ausencia di antonio
Todo el día te busqué. Desde temprano en la mañana sentí tu ausencia. Con el transcurrir de las horas el ansia por tu presencia se hacía más y más incontrolable. El deseo irrefrenable de volver a mirarte, tocarte, verte dar vuelta sobre ti misma, me estaba enloqueciendo. Ya se acercaba la hora y tú no aparecías. No podía creerlo. Pero tuve que aceptar la realidad y resignarme a comer spaghetti ¡sin tenedor!
Tutto il giorno ti ho cercata. Già dal mattino presto ho sentito la tua assenza. Le ore passavano e l'ansia di sentire la tua presenza si faceva sempre più incontrollabile. Il fortissimo desiderio di tornare a guardarti, di toccarti, e vederti girare su te stessa, mi faceva impazzire. Si avvicinava il momento e tu non arrivavi. Non ci potevo credere. Però alla fine dovetti accettare la realtà e rassegnarmi a mangiare gli spaghetti senza forchetta!
Lampidenti di neko (ispirata a forchettalampo di gvp)
CRRRR
SCRIIIP
4 e 4 e 4 e 4 e 4
denti tra i denti
tra i denti
SCRIIIP
infinitare moltiplicati
arrotolati
lampi
di denti tra i denti
4su 4giu 4su
4giu 4su 4giu
digrignare il sonno
masticare il giorno
infilzare il ferro
nel terzo dei quattro.
senza uno
s'inceppa
il lampo
e si resta coi calzoni calati.
Magica forchetta di Raffaella Rizzi
Forchetta….
Questa forchetta chissà in quante bocche è entrata….
Pensare di mangiare in un ristorante con delle posate usate da migliaia di altre persone, può spaventare e incuriosire.
Forchetta….quante persone hai conosciuto: magari una donna con la faccia buffa e le fossette sulle guance che ogni volta che le accompagnavi una porzione di cibo alla bocca e la faceva entrare pian piano osservando tutt’intorno gli occhi degli altri, masticava silenziosa persa in chissà quali pensieri e al contempo preoccupata di cosa potesse pensare chi la guardava.
Oppure una bimba dalle guanciotte rotonde col sorriso allegro, contenta di poter mangiare i suoi spaghetti al pomodoro, senza preoccuparsi di orlarsi le labbra di rosso sbafato ma, anzi, diventando più bella proprio grazie a te.
O ancora quell’uomo incravattato che frettolosamente ti faceva entrare e uscire dalla sua bocca continuando a guardare il suo laptop o il suo cellulare usando l’altra mano senza avere rispetto di quello che stavi facendo per lui.
Forchetta… triste, allegra, rapida, lenta… capace di adattarsi a tutti coloro che la impugnano senza chiedere nulla in cambio.
Forchetta… usata e poi lasciata lì nel piatto. A volte nel mezzo, a far da padrona fra residui di salse o briciole, a volte sul bordo, discreta, quasi a non voler occupare uno spazio non suo.
Forchetta: di plastica rossa, gialla, verde, arancione… o di metallo. Con tre rebbi, lunga e sottile, o con quattro, più grassa e tozza….
Forchetta… ti guardo con occhi diversi, rispetto la tua personalità.
La Buona forchetta e la Cattiva forchetta di Costanza mencaroni
La Buona forchetta è quella che riconosci a prima vista tra le forchette del porta posate.
E' senza dubbio la forchetta che sceglieresti.
Appena la prendi in mano, ti accorgi di come sia estremamente equilibrata, aerodinamica, pesante e leggera allo stesso tempo.
Ti fa sentire subito più sicuro perché ti guiderà, senza ombra di dubbio, nella scelta del boccone migliore.
Perfino i più titubanti, se utilizzano la Buona forchetta durante i pasti, si sentono immediatamente attraversati da certezze incrollabili, che poi svaniranno irrimediabilmente dopo il caffè.
Nel cassetto è quella che si fa spazio tra le tante alternative sbagliate e , se la osservi bene, gode di uno scintillio tutto suo.
Fortunati sono coloro i quali, la Buona forchetta, fa la grazia di capitare durante il Pranzo di Natale o la Cena di Capodanno.
Il mio bisnonno Attilio ne aveva una tutta sua, con i denti separati, tra i quali, si racconta, gli spaghetti impazzissero per lo stupore di essere pettinati.
La Buona Forchetta è quella che, quando ci fai il pagliaio, rimane compatto e non crolla mai, facendoti dimenticare del governo.
Un pericolo da non sottovalutare è rappresentato dal Meeting delle Buone forchette,
ovvero quando al piatto di portata si incontra più di una Buona Forchetta.
Questa incresciosa situazione senza rimedio, può verificarsi durante un pranzo o una cena qualunque o anche nel corso di un aperitivo qualsiasi.
Le Buone forchette, infatti, quando sono in numero superiore ad uno, entrano in conflitto tra loro scegliendo il pezzo migliore del piatto che, ahimè, è lo stesso per tutte.
Starà, in questo caso, all'abilità del commensale aggiudicarselo.
Mica la Buona forchetta deve fare proprio tutto da sola!
La silhouette della Cattiva forchetta è seriamente compromessa dalle presenza di un antipatico manico di plastica che la rende incerta e traballante.
Le viti che fissano questo manico sono spesso circondate da un inequivocabile alone di ruggine.
Le punte della Cattiva forchetta sanno spesso di ferro. Quello in fiale che prendevi da piccolo.
E fare un pasto con lei significa ricordartene ad ogni boccone.
La Cattiva forchetta è vittima di un sortilegio impossibile da sciogliere:
il malcapitato che ne entra in possesso è sempre l'ultimo a scegliere il boccone dal piatto di portata e, nell'ipotesi peggiore, corre il serio rischio di rimanere digiuno.
Anche il Calcare sa riconoscerne una quando la incontra in lavastoviglie.
La Cattiva forchetta ha, infine, il vizio di rigare le padelle antiaderenti, come farebbe Zorro.
Tra la Buona forchetta e la Cattiva forchetta non corre buon sangue a causa dall'invidia di quest'ultima.