eduardo
Por cierto que me sigue pasando que cuando me dicen (o leo) "forchetta" inevitablemente pienso en ajedrez. Porque en ajedrez "forchetta" es un lance, una posición en la que se cae por torpeza, un error pendejísimo, garrafal. Cuando yo fui fibrudo del ajedrez, después del de decir "jaque mate", mi mayor placer era decirle al contrincante, "Ay, papá, forchetta" y plantarle ese peón entre las dos nalgas abiertas (si no has jugado nunca ajedrez no sabes de lo que te pierdes). Después de la de escuchar "jaque mate", mi mayor arrechera era escuchar al contrincante decirme "ay, papá, forchetta".
Por si acaso eres un vulgar ignorante, te clavan "forchetta" cuando sin darte cuenta colocas dos piezas valiosas, por ejemplo un alfil y un caballo, en dos cuadros alineados de tal manera que el enemigo mueve un peoncito y este queda en posición tal que ataca a ambas piezas a la vez. De manera que te vez obligado a retirar uno solo y salvarlo, mientras el otro queda ahí y el peoncito se lo come. El colmo de la torpeza, y la arrechera, es poner en posición de "forchetta" a la dama y una torre. Porque el coñoemadre te cantará esa "forchetta" cagado de la risa, mientras tú sales huyendo con la dama, por supuesto, y le dejas nada menos que tu suculenta torre para que se dé banquete.
Ancora oggi mi accade che quando mi dicono (o leggo) la parola “forchetta” è inevitabile per me pensare agli scacchi. Perché negli scacchi la “forchetta” è una minaccia, una posizione nella quale cadi per goffaggine, un errore stupido, enorme. Quando avevo la febbre degli scacchi, dopo “scacco matto”, il mio maggior piacere era dire al mio avversario“forchetta!” e metterglielo tra le chiappe aperte (se non hai mai giocato agli scacchi non sai quello che ti sei perso). Dopo avere sentito “scacco matto”, la mia più grande arrabbiatura era sentire il mio avversario dire “forchetta!”.
Se per caso sei un volgare ignorante, ti fanno la “forchetta” quando senza accorgerti metti due figure importanti, per esempio un alfiere e un cavallo, in due quadri allineati in tal modo che il nemico muove un pedone e questo qua resta in una posizione in cui attacca le due figure nello steso tempo. E sei obbligato a ritirare una delle due figure e salvarla mentre l'altra se la mangia il pedone. Il colmo della goffaggine e dell'arrabbiatura è mettere in posizione di “forchetta” la regina e la torre. Perché il gran figlio di sua madre ti canterà “forchetta” con una gran risata, intanto che tu fuggirai con la tua regina, è chiaro, e gli lascerai la succulenta torre per suo grande piacere.